| Keep the dream alive. Damon/Bonnie
Quella mattina mi alzai dal letto completamente rintontita. Non mi sentivo affatto bene. Forse era per il troppo caldo scoppiato in men meno di una giornata?O forse era il bisogno d’affetto che chiedevo in quest’ultimo periodo? Odiavo l’estate. Era la stagione per eccellenza dove rimanevo sempre sola. Matt era partito con la squadra della scuola per degli allenamenti –ed ancora non riuscivo a capirne il motivo-,Meredith era in vacanza per qualche nazione sconosciuta con Alaric,tornato dalle sue esplorazioni. E la nuova coppietta dell’anno,Stefan ed Elena erano andati a spassarsela in Italia grazie al bel vampiro,impaziente di far conoscere alla sua bella tutte le meraviglie di quel paese. Ed a me chi ci pensava?Stavo prendendo in considerazione l’opzione di nascondermi in qualche camion trasporta valigie e farmi un viaggio gratis. Ma con la sfortuna che mi perseguitava,sarei stata colta in fragante subito. I miei genitori non ci pensavano minimamente a partire e lasciare per qualche tempo la nostra casa. Uh,una persona era rimasta. Caroline. Beh pur di non stare con lei mi sarei passata tutta l’estate chiusa in camera. Chissà in quanti altri casini mi avrebbe messa. Mi vestii con i miei soliti jeans slavati e la maglia a giromanica delle Converse color militare che adoravo,e scesi in salone. -Papà?- chiamai. Silenzio. –Mamma?Dove siete?- riprovai. Silenzio. Rabbrividii. Con tutte quelle vicissitudini successe avevo l’ansia a rimanere sola in casa. Tanto finivo sempre per essere sola. Okay,erano usciti. Optai per la cucina,dove solo una bella colazione con latte cacao e cereali potevano rendermi migliore la giornata. Preparai tutto l’occorrente,ed aprii il frigorifero. Contemporaneamente però,fui assalita da una scarica di brividi. Mi girai verso la finestra e rimasi impietrita,non riuscivo neanche ad urlare. Avevo solo le labbra aperte in una ‘’A’’ muta. Appoggiato allo stipite della serranda,c’era Damon. L’unica persona di cui mi ero completamente dimenticata. Ma poi com’era possibile dimenticarmi del ragazzo –o meglio,vampiro…- per cui avevo una cotta da parecchio tempo?Forse sarà stata la consapevolezza di saperlo innamorato di Elena,che mi faceva rendere conto di non essere all’altezza. Elena è sempre stata la ragazza desiderata da tutti,la classica ragazza modella. Io invece la ragazza folletto. Che compariva e scompariva in base alle vicende che accadevano. Mentre Elena era sempre presente. Presente talmente tanto che ha avuto la forza di far perdere la testa anche a Damon,che sembrava così impenetrabile. Ma io ero sempre stata dell’opinione che anche la persona più arida,fredda ed apatica,in fondo aveva dei sentimenti. -CHE CI FAI QUI?- urlai,facendo spostare –e quasi cadere- la tazza poggiata sul tavolo. -Calma folletto -ecco,come non detto,pensai-. Sono venuto a dare un’occhiata. L’estate e la noia stanno iniziando a darmi i nervi.- Fortuna che non ero la sola ad odiarla. Mentre parlava,si scompose da quella posizione statuaria,e mi permise di vedere com’era vestito. Accidenti. Aveva una camicia nera,quasi trasparente che lasciava intravedere tutto quel petto che sembrava scolpito. I pantaloni erano neri,sbiaditi e strappati verso la fine. Con i suoi classici ed inimitabili anfibi neri. Okay,da infarto. Come quello che mi stava prendendo se non distoglievo subito lo sguardo. -Oh,non sei l’unico- risposi,mentre versavo il latte con i cereali nella tazza di prima. Dimenticai il cacao,ma pazienza. -Vuoi un po’?- dissi,sarcastica. Mi fulminò anche solo con un occhio. Uff,non si poteva neanche scherzare. Mi si mise seduto vicino,e sentii i suoi respiri freddi che raggiungevano il mio orecchio. -Sola soletta?- disse,giocherellando con i suoi anelli. -No sono circondata da fantasmi- risposi,ironica. Ma che razza di domande erano?! Non c’era neanche l’ombra di una formica! Vidi le sue labbra –che a parer mio facevano invidia a tutti gli scultori ed alle loro statue- curvarsi in un sorriso. -Tu hai la capacità di mettermi di buon umore,streghetta- borbottò. Sorrisi,incredula. -Credevo che questa capacità c’è l’avesse solamente Elena- risposi,rendendomi conto solo due secondo più tardi che potevo starmene benissimo zitta. Lo vidi corrugare le sopracciglia. –Emh,non volevo. Pensavo a lei e mi è uscita quella frase di troppo- mi scusai,pregando ogni santo che esisteva di essere stata abbastanza convincente. -Ti consiglio di pensare alle persone che vedi in questo momento. Non a chi non puoi vedere…è raro che una persona lontana contraccambi il tuo pensiero,sai?- sorrise,malizioso. Roteai gli occhi come una ruota panoramica. Dove voleva arrivare?Voleva consigliarmi di pensare a lui che poteva contraccambiare il mio pensiero,se l’avessi pensato? Che giro di parole. E come sempre,complimenti Bonnie per i tuoi giri mentali! Mi alzai per mettere a lavare la tazza e il cucchiaino,e mi sentii osservata. Ingoiai,e cercai di non pensare a nulla. -Ora streghetta ti chiederò una cosa,che non è da me- parlò per primo,e mi si mise di fianco. –Ma devi essere sincera- continuò,cercando il mio sguardo. -Umh,okay. E per tua informazione io sono sempre sincera- mi girai,e cercai di reggere la profondità che emanavano i suoi occhi. Neri come l’onice. O meglio,neri come l’infinito delle tenebre. -Credi sempre nei tuoi sogni?- mi chiese,serio. Inarcai un sopracciglio,e risi. Dovevo farmi passare la ridarella nei momenti meno opportuni,come questo. -Sei davvero Damon o qualcuno travestito da lui?- mi lasciai scappare anche quella battuta. Quella mattinata mi stavo lasciando scappare troppe cose. Forse era la sua visione che non mi faceva ragionare decentemente. Mi guardò minaccioso,e tornai seria. -Non riesco a capire il motivo della tua domanda,e ti dirò la verità che neanche ci penso più di tanto. Credo di sì,comunque. Credo.- scandii bene quest’ultima parola,e buttai fuori tutto il respiro che avevo tenuto fermo nei polmoni precedentemente. Da quel momento non capii bene quello che stava succedendo. Vidi solo che mi si era avvicinato terribilmente e che ora sentivo la freddezza del suo respiro sulle mie labbra. Continuò a guardarmi,mentre io desideravo scomparire per l’imbarazzo. Dopo qualche secondo sentii una pressione gelida sulle mie labbra a temperatura normale,e non ero sicura che le mie gambe avrebbero retto. Sentii la sua mano farsi spazio tra i miei capelli,dietro la nuca. Però non riuscivo ad avere paura. Io non avevo paura di lui. Io di lui mi fidavo. Quel bacio –a malincuore- durò molto poco,ma in compenso mi stava lasciando una scia di teneri morsi e baci a stampo sul collo. Con tutto quel caldo stavo iniziando ad avere freddo. Si fermò nell’incavo del collo,dove lo sentii respirare. In quel momento però non sentii né una pressione fredda,né cose simili. Sentii due lame appuntite. O mio Dio. I suoi denti stavano facendo su e giù per il mio povero collo,facendomi quasi il solletico. Cercai di calmarmi e di respirare,e chiusi gli occhi. Ma mi piaceva. Dopo qualche minuto,mi sentii priva sia dei suoi denti,che della sua mano che mi teneva ferma la nuca. Sbuffai. Lo vidi sempre davanti a me,impassibile,ma con un sorriso –forse soddisfatto?- e con un colorito del viso diverso. Più scuro. Forse era arrossito. -Mantieni i tuoi sogni vivi,streghetta- disse,tornando il Damon di sempre,e sparendo nel nulla. Rimasi lì,poggiata al frigorifero,ancora incredula. A pensare che in fondo,l’estate portava anche belle novità.
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