THE BLACK ROSE, cap. 1

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renesmee89
view post Posted on 1/10/2010, 23:15




Era il 15 settembre,il primo giorno di scuola per Miranda, l’autunno era alle porte e un brezza fresca gli soffiava sul viso facendole volare i lunghi capelli rossi. Camminava lungo il vialetto che l’avrebbe portata fino alla Dreux High School la piccola scuola superiore di Greenville nel South Carolina dove ormai si trovava al terzo anno. Camminando osservava il viale lastricato che l’aveva accompagnata fin da quando aveva memoria,quanti ricordi le faceva tornare in mente, momenti che avrebbe voluto rivivere,dove tutto era più facile, dove quel peso sul cuore che ormai l’ affliggeva da tempo,era assente. Mentre era immersa nei suoi ricordi si sentì chiamare,era Delia, erano amiche fin dall’ asilo, A Delia non mancava mai il sorriso sulla bocca ,sempre colma di allegria e ottimismo che compensavano l’aria amareggiata e triste di Miranda. “Ehi non è ancora iniziata la giornata e già sei malinconica?” gli domandò Delia attraversando la strada. “ Pensavo a quando eravamo delle bambine e tutte le mattine percorrevano questo viale con il sorriso impazienti di tornare a scuola” la voce gli si fermò in gola: non voleva tornare a scuola, no, non voleva. “Oh si che bei ricordi, la tua cotta per Matt,io con l’apparecchio ai denti …..” l’amica cercava di tirarle su il morale, Miranda con lo sguardo basso per nascondere gli occhi lucidi:“Si se tutto potesse essere come prima, se potessimo raggiungere la felicità solo con qualche caramella e un bacio sulla guancia di Matt …. “ si fermò per un secondo e fece per andarsene esclamando: “Aaah credo che non verrò oggi a scuola”, L’amica prontamente le afferrò un braccio, le vide gli occhi colmi di lacrime e la strinse a se. “ Non puoi scappare per sempre, prima o poi dovrai tornare a scuola e affrontarli”, “No invece, non ce la faccio più, la situazione è insostenibile, io ho bisogno di cambiare scuola oppure abbandonerò gli studi” disse singhiozzando la ragazza , “Non puoi rovinare la tua vita per gente che non vale niente;hai una carriera scolastica brillante invidiata da tutti”Delia cercò di distogliere la sua mente da quel delirante pensiero del amica ma Miranda l’interruppe “è proprio lei che mi sta distruggendo,la mia carriera scolastica e tutti gli altri che la invidiano, e si prendono gioco di me, non posso più vivere così , camminando per i corridoi con la testa bassa per la vergogna, mi odio e vorrei morire” la lacrime ormai avevano preso il sopravvento su Miranda che non riusciva nemmeno più a parlare, “Come puoi dire un cosa del genere,il tuo è un dono, e non te ne devi vergognare” . Miranda aveva un quoziente intellettivo fuori dalla media ma non aveva potuto frequentare una scuola per geni per problemi economici. “Maledizione o Dono mi sta uccidendo,ricordi cosa mi hanno fatto l’anno scorso?” le lacrime continuavano a strozzargli la voce in gola, “Si, ed è stato orribile, e vedrai che adesso cambierà tutto, saremo tutti più maturi” gli disse Delia porgendole un fazzoletto di carta per le lacrime “ Forse hai ragione ma ho comunque paura. Delia, non so cosa farei senza di te.” Disse all’amica asciugandosi le lacrime che gli avevano segnato il viso. ”Su dai basta con il sentimentalismo e andiamo a scuola” disse Delia aprendo il suo sorriso contagioso, anche Miranda sorrise ma il peso sul cuore rimase.

Camminarono in silenzio fino a scuola dove si misero ad aspettare Abigail nel parcheggio della scuola. Dopo pochi attimi la videro arrivare con una jeep sgangherata che faceva un rumore assordante, aveva appena preso la patente e la sua guida aveva bisogno di essere perfezionata,parcheggiò a volo l’auto e scese impaziente di salutare le sue amiche. Era davvero bella, con i suoi turbinosi ricci dorate lasciati sempre in disordine,gli occhi di un blu cobalto e la pelle leggermente abbronzata. “Amiche mie!! Come state?” urlò correndo a braccia aperte dalle amiche. Ci fù un lungo abbraccio di gruppo, “Ehi raccontaci tutto !! com’è stato rivedere l’Inghilterra dopo tanto?” cominciò Miranda, “ Si è bella ma preferisco l’America” :Abigail si era trasferita 3 anni prima dal Inghilterra, aveva 17 anni ma si trovava al terzo per aver perso un anno a causa del cambio di nazione, Delia molto dedita alla sua patria e dopo l’ esclamazione di Abigail cominciò subito a canticchiare l’inno Americano con la sua voce squillante e le ragazze scoppiarono in una risata fragorosa che attirò l’attenzione di tutti. Con ancora l’ombra di un sorriso segnato sulle labbra le ragazze entrarono a scuola, Miranda sperava che nessuno l’avesse riconosciuta, i primi minuti nella scuola non erano stati male : nessuna risata alle spalle ,nessun commento, forse si erano dimenticati di lei. Mentre cercava in tutti i modi di non attirare l’attenzione su di lei vide appoggiato al suo armadietto Justin : la stava aspettando, si conoscevano fin da piccoli erano sempre stati grandi amici “ Ehi come mai in ritardo?” gli domandò il ragazzo cingendola in un abbraccio, “ Mi sono fermata a parlare con le ragazze “ si giustificò Miranda, si guardarono negli occhi : Justin era da sempre innamorato di Miranda ,adorava toccare la sua pelle candida e perdersi nei suoi occhi color nocciola, mentre Justin stava per fargli un complimento qualcosa lo interruppe, il suono della campanella. Si avviarono in classe Miranda era seduta tra Abigail e Delia al primo banco, dentro di lei si sentiva in qualche modo felice ,ancora nessuno aveva riso di lei, si guardava in torno e riconosceva tutti i membri della sua classe che gli anni precedenti gli avevano fatto passare una dura la vita, tutti i banchi erano occupati eccetto uno. Forse ci sarebbe stato un alunno nuovo si chiedeva Miranda che sembrava fosse l’unica che se ne fosse accorta .Il professore di matematica fece la sua entrata domandando a tutti come fossero andate le vacanze senza però ascoltare le risposte,indossava una camicia bianca a quadri blu, pantaloni neri e la sua valigetta di pelle beige che portava con se quasi da tutta la sua carriera da insegnante, il professor Brown era sempre stato vicino a Miranda fin dal primo giorno quanto avevano scoperto che il suo quoziente intellettivo era fuori dalla media, l’aveva sempre aiutata e incoraggiata nei momenti più difficili,all’inizio Miranda era un pò intimorita da tutto quel interessamento ma con il tempo aveva capito che lo faceva solo per aiutarla o forse perché gli faceva pena, ma a lei faceva piacere che almeno qualcuno si prendesse cura di lei. I suoi genitori erano troppo impegnati con i loro doppi lavori per capire che quello era un brutto momento per lei, ma non poteva biasimarli avevano bisogno di denaro per mantenere la famiglia e le loro finanze si erano ristrette al minimo in quegli ultimi anni. 3 anni. I 3 anni più brutti per Miranda, che pregava che questo periodo buio passasse in fretta. Mentre si continuava a guardare in torno e tirava fuori dalla zaino il suo quaderno a fiori alzò il capo e lo vide: un ragazzo era entrato nell’aula 2 secondi prima che la campanella suonasse, il suono squillante fece sobbalzare Miranda che subito distolse lo sguardo da quel misterioso ragazzo. Mantenendo sempre lo sguardo basso e togliendo gli occhiali da sole andò a sedersi nel banco in fondo mantenendo sul viso un espressione glaciale. “Allora deve essere lui il nuovo studente” penso subito Miranda che stava seguendo ogni sua mossa con lo sguardo, ma non era l’unica a pensarlo, la stessa espressione sorpresa appariva sul viso di Delia e di Abigail e sulla maggior parte dei ragazzi. Il professor Brown battendo la mano sulla cattedra attirò a sé l’attenzione della classe e disse: “Come avete già notato avremo un nuovo compagno con noi quest’anno, Ian Allan e spero che siate gentili con lui, prego alzati e fai conoscenza con la classe.” Con l’eleganza di un pantera si alzò dal banco e sfoggiò un sorriso mostrando i denti brillanti che fece restare senza fiato tutti in classe e con la voce che sembrava provenire da un melodia di Mozart disse:” Ciao a tutti! Io sono Ian piacere di conoscervi.” E si rimise a sedere mantenendo quel meraviglioso sorriso. Le tre amiche si guardarono, era il ragazzo più bello che avessero mai visto , e anche il più presuntuosa pensò Miranda Le tre ore successive passarono lente, ma c’era qualcosa che turbava Miranda, non erano i suoi soliti pensieri sulla vita, era quel ragazzo, non riusciva a togliersi l’immagine di quel sorriso dalla testa, c’era qualcosa in lui che la incuriosiva e la spaventava allo stesso tempo e in più un forte tasso di antipatia aleggiava intorno al ragazzo.

Suonò la campanella dell’intervallo e subito Delia si diresse verso Miranda: “ Cosa c’è? È successo qualcosa che non vuoi dirci? Ti ho visto un po scossa nelle ultime ore” disse Delia mordicchiando un sandwich, “No niente, ho solo un po di mal di testa tutto qui” Miranda cercò di chiudere il discorso e di non mostrare i suoi veri pensieri , per fortuna arrivò Abigail con una bottiglia di succo all’arancia rossa dicendo: “ Ragazze ma vi siete accorte di quanto sia carino il ragazzo nuovo Ian?? “ Delia, che non perdeva mai un occasione per fare pettegolezzi rispose : “ Si è davvero affascinante se vuoi posso combinarti un appuntamento, non mi vergogno mica” , “Ma smettila non sei divertente, ma per cosa sapete da dove viene?” Domandò Abigail “ Da Liverpool, Gran Bretagna” Rispose una voce suadente, calda come la lava di un vulcano ma pungente come la spina di una rosa, Miranda si sentì scorrere un brivido lungo la schiena e lungo le braccia, le guance in fiamme mentre sentiva i suoi occhi glaciali su di lei, per fortuna la campanella risuonò l’inizio delle lezioni e il ragazzo tornò in fretta a sedersi ridacchiando lasciando le tre ragazze sbalordite.

CAPITOLO 2


Finita la giornata di scuola Miranda si ritrovò nella sua casa deserta, i suoi genitori erano a lavoro come tutti i giorni, erano anni che non si sedevano a tavola tutti insieme, perfino per la festa del Ringraziamento uno dei due genitori era assente e lei doveva rimanere con i nonni e gli zii a sentire lamentele. Ormai odiava anche quel giorno che da piccola adorava: tutti gli anni partivano per il Canada dove orde di parenti li aspettavano per festeggiare entusiasti del loro arrivo. Ma ormai da anni questo non accadeva più, Miranda aveva perso l’entusiasmo anche per il Natale e per il suo compleanno che se non fossero state le sue amiche a ricordarglielo a quest’ora ne avrebbe già dimenticato la data. La sua vita aveva subito un cambio repentino alla quale Miranda ancora non si era del tutto abituata o non voleva abituarsi. Con ancora negli cocchi il ricordo di quegli anni passati con il sorriso ; mangiò in fretta un insalata e corse a mettersi a letto, si sentiva molto spossata ma non capiva perché , appena si distese l’oblio la circondò e l’oscurità l’avvolse. Erano le sette quando il suono del telefono al piano di sotto la svegliò, si alzò in fretta ma non fece in tempo a rispondere, era Justin, subito si chiese cosa fosse successo per chiamarla a quell’ora , ma ecco che il telefono suonò di nuovo e questa volta Miranda rispose:

” Pronto? Justin è successo qualcosa?”

“ No, non preoccuparti,volevo solo chiederti se sei libera questa sera?”

“ Si sono libera… Perché?”

“Sono solo a casa e potremo prendere delle pizze e stare un po’ insieme come i vecchi tempi”

“ Va bene, sarò da te per le otto”

“ Va benissimo, nel frattempo io ordino le pizze: tanto so quella che vuoi tu: una classica margherita”

“Bravissimo, grazie”

Miranda riattaccò la cornetta e salì in camera per vestirsi pensando a Justin, era sempre stato gentile con lei , si conoscevano dall’asilo e non l’aveva mai abbandonata, anche se erano in classi separate alle superiori erano sempre rimasti in contatto, era come un fratello per lei. Una volta in camera aprì il suo armadio per la metà vuota e indossò una camicia celeste e dei jeans stretti, legò i capelli in una coda e indossò le scarpe da ginnastica, dopodiché lasciò un biglietto alla famiglia e uscì di casa. La dimora di Justin non distava molto dalla sua, solo tre isolati, percorrendo il solito viale lastricato,poté scorgere le case illuminate con le famiglie sedute intorno ai propri tavoli imbanditi che gustano la cena tutti insieme,avrebbe venduto la sua anima per essere come loro,per essere una ragazza normale. Mentre rimuginava senti un rumore proprio dietro di lei -sarà un gatto- pensò Miranda, l’atmosfera era spettrale le case erano sparite e il vialetto era circondato da alberi e cassonetti, si sentiva seguita poteva sentire il fiato dell’essere sul collo, si girò di scatto ma non nulla solo un gatto e si convinse che era stata suggestionata dall’atmosfera di quella sera d’autunno; ma affrettò ugualmente il passo. Camminando velocemente e quasi con il fiatone arrivò a casa di Justin suonò il campanello e il ragazzo prontamente le aprì il portone e la invitò in casa :”Abbiamo l’onore si ospitare la taciturna Miranda” disse ironicamente, Miranda ancora scossa si limitò ad accennare un sorriso: ”Ti senti bene?” gli chiese Justin preoccupato, “ Si sto benone, grazie per l’invito.” La tavola era già apparecchiata con una tovaglia grigia e i cartoni delle pizze disposti davanti alle sedia con 2 bicchieri e una bottiglia di coca, Miranda era affamata appena si sedette divorò la sua pizza E Justin la seguì mangiando anche lui in modo vorace, non parlarono molto, solo alcune parole riguardo il nuovo anno di scuola appena cominciato e della famiglia di Justin che era in viaggio in New Jersey per lavoro, -con Justin di solito era così- pensò Miranda, c’è sempre silenzio ma esso non creava imbarazzo, anzi valeva più di cento discorsi. Finita la cena Sparecchiarono e lavarono le poche vettovaglie e si misero sul divano con la televisione accesa su un canale a caso, non stavano guardando la tv si stavano guardando, Miranda aveva sempre pensato che Justin fosse un bel ragazzo con i suoi capelli biondi che sembravano un campo di grano dorato dall’alba, i suoi occhi di un intenso azzurro e la pelle olivastra ora ancora più abbronzata dalle sue vacanze in Florida; continuavano a guardarsi forse per pochi secondi ma per i due ragazzi sembravano essere passate 3 ora, finalmente dopo lo scambio di sguardi di cui Miranda non aveva afferrato il significato Justin cominciò a parlare: “ Miranda, voglio confessarti una cosa, che sono certo avrai già capito da tempo” ,Miranda accennò un sorriso fingendo di non aver capito ma sapeva benissimo cosa volesse dirle il suo amico, :” Sei la ragazza più bella che abbia mai visto, la più dolce e dire la più intelligente sarebbe scontato, ma io TI AMO, dal primo momento in cui ti ho visto, sei il mio primo pensiero ed il mio ultimo, il mio desiderio più grande, ti amo Miranda” Le guance della ragazza stavano per esplodere, l’imbarazzo cresceva per ogni decimo di secondo che passava,gli aveva sempre voluto bene ma non così tanto da amarlo, lo trovava carino e alcune volte si era sentita attratta da lui ma era solo amicizia, lo amava si, ma come si ama un fratello, eppure non voleva farlo soffrire non voleva rifiutarlo rischiando di perdere la sua amicizia non poteva permetterselo era troppo importante per lei. “Justin ti ringrazio di tutte le cose belle che pensi di me” Miranda voleva trovare le parole giuste per non ferirlo, ma mentre parlava la sua bocca fu fermata dalle labbra di Justin che si erano avvicinate alle sue creando un bacio, lei non voleva quel bacio, non da lui, era il suo primo bacio e si aspettava che dietro ad esso ci fosse amore e passione ma non si era comunque tirata indietro per non ferire un amico , perché provava compassione per lui che provava amore per una persona che non lo corrispondeva. Che non merita di essere amata da lui, anzi non meritava di essere amata affatto. Finalmente Justin si alzo e le sue labbra si sollevarono così Miranda poté riprendere a dirgli: ”Anche io ti amo, ma penso sia un amore fraterno, ancora non lo so, non puoi pretendere che io lo capisca in una serata” gli occhi di Justin erano lucidi e le guance sempre più rosse mettendo in mostra il grande imbarazzo che provava, le sue parole non stavano funzionando, erano come pugnali lanciato contro il cuore di quel povero ragazzo che non aveva commesso nessun male. Forse, solo quello di provare amore per una persona che non sapeva cosa volesse dire amare , Miranda allora si affrettò a dire:” Sai che periodo infernale sto passando, e non sono pronta ad affrontare una relazione, ho altre cose a cui pensare”il ragazzo allora di scatto si alzo dal divano e disse: “ Se hai altro a cui pensare è meglio che tu te ne vada, mi sono sentito abbastanza stupido per oggi! Non avrei mai dovuto dirtelo, come non ho mai fatto fin ora.” “Ti prego non dire così, non sei stato affatto stupido, è colpa mia. È sempre colpa mia, in questo periodo non voglio una relazione. Ti prego perdonami, io non volevo ferirti e se l’ho fatto ti prego di perdonarmi. ” Miranda stava mentendo, da anni aspettava il momento in cui si sarebbe innamorata, e sperava che l’avrebbe fatto dimenticare i problemi che l’affliggevano, ma voleva innamorarsi anche lei,e di Justin non era innamorata e una relazione sarebbe stata solo una sofferenza per entrambi “ Va via , ti prego”la voce del ragazzo era stroncata dalle lacrime che volevano uscire ma lui si sforzava per tenerle dentro. La ragazza aprì la porta e andò via senza replicare, sapendo che sarebbe stato inutile e avrebbe solo peggiorato la situazione. Percorse di nuovo quella strada spettrale, ma questa volta non si curò della sua immaginazione, aveva altro a cui pensare. Con le lacrime agli occhi camminando velocemente si trovò subito a casa, salì piano le scale per non svegliare i suoi genitori che dopo una giornata di estenuante lavoro stavano dormendo, e una volta in camera si tolse i vestiti e indosso una camicia da notte a fiori, affondò nel suo letto inondandosi con le coperte e rilassandosi. Ma ebbe una reazione inaspettata, scoppiò un pianto amaro, le sue lacrime come di cristallo che striavano il viso, pianse per tutta la notte, era convinta di aver perso un amico, il migliore che avesse mai avuto. Maledetto amore,in quel momento aveva perso le uniche due cose che per lei erano importanti al mondo: l’amicizia e l’amore, o meglio la fiducia nell’amore che era solo un altro pretesto al mondo per soffrire. Distrutta dal suo singhiozzare cadde nell’oblio del sonno cullata dalle braccia della notte. La notte fu piena di incubi, sussulti, urla nel sonno, sperava solo che le tenebre lasciassero posto alla luce , voleva andare a scuola dalle sue amiche per raccontare loro l’accaduto essere rincuorata e magari ricevere qualche consiglio per porre fine alla sua sofferenza e proprio in quel momento pensando alla sua scuola le venne in mente proprio lui, quel Ian, il nuovo antipatico e presuntuoso compagno di classe, perché in quel momento, alle 3 della notte pensare a lui? Non si conoscevano neanche, si era un ragazzo affascinate ma a Miranda non interessava minimamente, non era il suo ragazzo ideale, eppure il suo volto picchiettava nella sua mente e il suono di quella voce riecheggiava nelle sue orecchie. Turbata da quel pensiero e Convinta di non riuscire più a prendere sonno decise di scendere al piano di sotto per bere un bicchiere di latte caldo, leggere un libro e rilassarsi dimenticando quella brutta serate. Ma non fu così,continuava a pensarci, a pensare agli occhi lucidi di Justin mentre gli confessava il suo amore, ma poi stranamente qual immagine nella sua mente non le creavano più dolore e fu come averle dimenticate e al loro posto c’era Ian, era un pensiero involontario, per quanto lei si sforzasse di non pensare a lui gli tornava sempre in mente anche se lei non voleva , era come se la sua mente avesse preso il controllo dei suoi pensieri. Pronto il latte si sedette a berlo sul divano, era caldo ma immersa nei suoi pensieri non se ne curò ne bevve un sorso e il bollore del latte le fece allontanare velocemente la tazza rovesciando a terra tutto il contenuto. “ Non può andare peggio di così”esclamò a bassa voce lei, ma mentre si girava per andare in cucina a prendere uno straccio per asciugare le parve di scorgere una sagoma alla finestra, le tende azzurre le ingannavano un pò la vista ma era sicura che si trattasse di una sagoma maschile che la stava osservando, e che appena si accorse di essere stato scoperto balzò via in un attimo, Miranda si trattenne dal non gridare, e corse alla finestra sperando che i suoi occhi marroni afflitti dalla stanchezza fossero stati ingannati. Ma non fu così, quando aprì la finestra scorse sul davanzale un impronta di mano, molto grande, probabilmente quella di un uomo, come aveva supposto appena aveva mirato la sagoma, dopo il primo momento di stupore la paura l’avvolse: dovette trattenersi con tutte le forze per non urlare, avrebbe svegliato tutti e in più nessuno le avrebbe creduto, assalita dal terrore chiuse di corsa la finestra e si precipitò su per le scale, correndo e si rifugiò in camera sua dove la finestra era sbarrata. Chi poteva essere? Un ladro? L’avrebbe già assalita derubandola, nessun ladro avrebbe avuto paura di un adolescente, quell’ombra doveva essere lì per lei, la stava guardando, forse da tutta la serata, la stava seguendo mentre si avviava a casa di Justin, erano suoi i passi che aveva udito sotto dietro di lei … Ma no , quella erano solo dei gatti e l’immaginazione aveva fatto il resto, forse anche l’ombra era frutto della sua immaginazione, l’impronta della mano probabilmente l’aveva lasciata suo padre, doveva essere sicuramente questa la spiegazione, non c’era da preoccuparsi. Alla fine si convinse che quel mistero avrebbe trovato sicuramente una soluzione, in un certo qual modo fu grata a quella fantomatica ombra perché gli permise di non pensare più né a Ian né a Justin; come se l’ombra avesse portato via i pensieri dalla sua mente. La tranquillità di quel momento ,il mistero svelato la mente libera dai sensi di colpa e dal pensiero di quello strano ragazzo, non le permise comunque di dormire.
 
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