la morte non è la fine

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;simo-chan*
view post Posted on 24/1/2011, 16:18




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Melissa correva vero il sepolcro, sperava di riuscire a superarlo per arrivare così all'uscita del cimitero. Ma da dietro quella lugubre costruzione, un'ombra nera si mosse sotto il bagliore della luna, il quale rivelò Xavier.
Melissa sudava freddo, il cuore le batteva forte e aveva tanta paura che stavolta Xavier non avrebbe avuto pietà per lei. I capelli ricci e biondi, le si attaccavano alla fronte, sentiva il top rosso, sotto la giacca di pelle nera, attaccarsi alla schiena per via del sudore. Era troppo tempo che quel "guardia e ladri" continuava tra lei e Xavier. Strinse la balestra caricata a paletti di legno che aveva nella mano.
Xavier fece un passo in avanti, la luna illuminò il suo volto diafano come scolpito nel marmo e i suoi corti ricci bluastri. Fece un inchino con un sorriso strafottente, le zanne sembravano luccicare. Fece un altro passo e in un attimo si trovò di fronte a Melissa, la prese subito per la gola. "Era molto che non ci vediamo".
"Credevo tu fossi morto" disse Melissa con la voce strozzata e con il respiro che le mancava. Puntò la balestra sul petto di Xavier.
Xavier s'irrigidì e lanciò un'occhiata alla punta che lo sfiorava. "Sai che posso ucciderti prima ancora che tu abbai finito di premere il grilletto!" sentenziò Xavier. Sentì caricare un'arma dietro di se. Si voltò leggermente senza mollar ela presa dalla gola di Melissa. "Rebecca..." salutò con un suono della voce viscido e languido. "Lascia stare Melissa, Xavier. Non eviterai pure il proiettile".
"Immagino siano proiettili in legno" commentò Xavier, con una nota di ammirazione nei confronti di Rebecca, la quale era la cacciatrice più previdente e sicura di se stessa che lui avesse mai incontrato. Rebecca accigliò lo sguardo "Ovviamente".
Xavier mollò la presa di Melissa, la quale fece velocemente due passi indietro e si accovacciò a terra, cercando di riprendere fiato.
"Due anni fa, a Parigi. L'anno scorso a Roma, e sei mesi fa a Cambridge. Tutte e tre le volte sembravi morto Xavier".
"Sono morto!" disse Xavier sorridente. Rebecca fece un'espressione disgustata. "Non sei vivo... ma non sei nemmeno morto".
"Tu pensi che la morte sia la fine. Ma io, sono la prova che dopo la morte si può rinascere". Xavier fece per avvicinarsi a Rebecca. Lanciò uno sguardo di sfuggita a Melissa per poi ritornare con gli occhi alla sua cacciatrice preferita. Alta, slanciata, mora con i ricci lunghi e che le incorniciavano il viso, due occhi verdi simili a smeraldi incandescenti, un seno voluminoso e una pelle simile alla pesca. Xavier sospirò come se si arrendesse davanti all'evidenza.
"Sei stanco?" chiese ironica Rebecca, sebbene nel viso non ci fosse nulla di divertito.
"Ho sempre pensato tu dovessi fare la modella, o la stilista. Il tuo viso e i tuoi occhi... tutto questo" Xavier fece un gesto plaetale indicando il cimitero intorno a loro "tutto questo non si intona alla tua bellezza".
Uno scocco istantaneo rivelò che Melissa aveva sparato un paletto di legno. Xavier si voltò e fermò il paletto che stava per conficcarsi nel suo petto. Dopodiché si voltò di nuovo verso Rebecca, sapeva che era lei che doveva tenere d'occhio.
"Ti hanno affidato una novellina molto incapace".
"Hai ucciso i miei ultimi assistenti".
"Ma non sono riuscito ad uccidere te".
"Non t'illudere, non ci riuscirai". Non ebbe il tempo di finire la frase che Rebecca sparò una sequenza di proiettili all'altezza del petto di Xavier, questo con abili mosse schivò ogni proiettile tranne uno che lo colpì di striscio nel collo.
Il sangue che ne uscì era nero e denso, simile a petrolio ma con sfumature rossastre. Rebecca spostò lo sguardo, e strinse gli occhi come se la vista di quel flusso le causasse dolore.
Melissa lo guardò attentamente invece e le venne da rimettere. Fece versi che a quanto pare infastidirono molto Xavier, il quale in un attimo le fu alle spalle e le spezzò il collo.
"Melissa!" Rebecca fece un passo avanti ma sapeva che Melissa ormai era morta, vide il suo corpo afflosciarsi su se stesso per poi poggiarsi sull'erba del camposanto.
"Non era un granché" commentò Xavier con sdegno.
"Era una brava ragazza" rispose Rebecca.
"Mm... troppo rumorosa per i miei gusti" disse infine Xavier con sufficienza. Aveva spezzato centinaia di vite, di certo una in più non lo avrebbe scombussolato.
"Dov'eravamo?... Oh si!" Xavier si precipitò davanti a Rebecca, il quale quando se lo vide davanti provò ad indietreggiare ma lui la trattenne per un braccio. Con l'altra mano libera, si passò un dito sulla ferita ancora sanguinante, ma che ormai si stava per cicatrizzare. Il sangue che rimase sul dito, era nero, oscuro, sembrava vivo, in un certo senso. Xavier accostò il dito accanto alla bocca di Rebecca, ma lei sposò il viso.
"Un tempo ne andavi pazza".
"Ho smesso, lo sai".
"So solo, che quando ne eri schiava, ti comportavi molto più gentilmente con me,per esempio..." Xavier usò la mano con cui teneva Rebecca, per levarle la pistola di mano. Gliela fece penzolare davanti e con un sorriso compiaciuto disse "questa prima... non ti saresti mai sognata di puntarmela addosso". Rebecca gli lanciò uno sguardo carico di odio e di risentimento. Xavier rispose a quello sguardo, con un'occhiata di chi sapeva e di ci si sentiva superiore. "Non guardarmi così, Smetti di tentare di uccidermi. Io non lo vorrei fare".
Rebecca non rispose. Preferiva stare zitta se non aveva armi in mano.
"Oh, ho capito. Ti ridò la pistola così potrai parlare con quel linguaggio colorito che mi piace tanto!" Xavier si espresse come un bambino che richiedeva le sue caramelle preferite. Le mise la pistola in mano. Poi con l'unghio si tagliò poco sopra il labbro, da cui cominciò a sgorgare quel flusso tanto buio e tanto desiderato. Xavier prese la testa di Rebecca e l'avvicinò alla sua, contemporaneamente si abbassò un poco così che la bocca di Rebecca coincidesse alla sua ferita.
"Allora? Un tempo avresti fatto pazzie per un'opportunità del genere". Una goccia di sangue scese lungo le labbra di Xavier per finirgli sulla punta della lingua.
"Un tempo, un tempo...continui a parlare del passato Xavier. Sono cinque anni che non bevo più, da nessun vampiro del cazzo!" la voce di Rebecca era solida e incazzosa ma, come poté accorgersi Xavier, lievemente insicura. Le mise una mano sul petto, sopra il seno, precisamente sul cuore.
"Sarà anche la verità, ma tu desideri solo riprovare l'ebbrezza del sangue di vampiro dentro di te. Tu vuoi... il mio sangue sulle tue labbra". Rebecca sorrise con un sorriso aspro e doloroso. "Non capisci un cazzo, Xavier. Non lo hai mai capito. Tu eri uguale a tutti gli altri, non m'importava da chi ricevessi il sangue. L'importante era che ne avessi una dose ogni sera".
"E allora perché al locale aspettavi sempre e solo me?".
"Perché sapevo che avevi un debole per me, sapevo che mi avresti accontentato sicuramente" la voce di Rebecca si era fatta di colpo sensuale, maligna e insidiosa, come una rosa bellissima, contornata da mille e più spine.
Xavier spinse Rebecca verso il muro del sepolcro e il tonfo che ne uscì fu tremendo. Quando Xavier avanzò verso Rebecca, lei annaspava come se il colpo le avesse temporaneamente impedito di respirare. I suoni che ne uscivano erano incolti, gutturali e ripetitivi. Smisero solo nel momento in cui Xavier prese Rebecca tra le braccia. Le spalle larghe, le braccia scolpite, il calore del suo corpo nonostante la morte gli fosse dentro.. sensazioni che Rebecca ricordava pienamente dal suo passato, e che in quel momento ritornavano e riemergevano come onde impetuose.
Si aggrappò alle braccia di Xavier nascondendo il viso nel suo petto.
"Perché... Perché!?".
"E' un incantesimo... un meraviglioso incantesimo. Quando assaggi il mio sangue, sei mia. Mia e di nessun altro. Tu vuoi me, Rebecca. Non importa quanti anni possano passare. Tu desidererai sempre il mio sangue.. e il mio corpo". La voce di Xavier, dolorosa come mille fogli di carta taglienti, si insediò nell'animo di Rebecca, il quale riconobbe il vero nelle sue parole. Aveva sempre desiderato lui, solamente lui, perché ciò che la legava al suo sangue era superiore a qualsiasi droga legasse un tossico al suo fornitore.
Xavier baciò lentamente Rebecca, la quale piangeva. La baciava sulla fronte, sulle labbra, le leccava le lacrime. "Basta piangere" sussurrò Xavier, non era un tono rassicurante, ma crudele che non ammetteva repliche.
"Non voglio essere tua, non voglio. Voglio appartenere a me stessa!" Xavier sbattè Rebecca a terra, facendola distendere. Si mise a cavalcioni sopra di lei. Si levò la maglietta, il petto lucido e albino venne illuminato dal pallido chiarore lunare, e sembrava un'altra perfetta statua appartenente al museo. Rebecca strinse i denti, fino a quando Xavier non tracciò un taglio lungo tutto il suo petto, dal centro dei pettorali fino alla cinta dei Jeans. Gli occhi di Rebecca cominciarono ad appannarsi e rimase solo quel liquido che decorava Xavier, tutto all'infuori di lui era un contorno vuoto e insignificante. Rebecca leccò lungo tutto il tracciato, riscoprendo dentro di se voglie e desideri che credeva morti.
 
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+GothMezzie+
view post Posted on 27/1/2011, 17:22




Wow! Molto... intrigante!! Avrà un seguito vero??
 
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Barbo_Miry
view post Posted on 27/1/2011, 20:13




Mi piace tantissimo! Spero in un continuo!
 
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hil`
view post Posted on 28/1/2011, 16:21




Simo stavolta ti sei superata!
Questa è...wow **
Ti prego, continua!
 
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;simo-chan*
view post Posted on 28/1/2011, 21:39




L'ufficio era sporco e puzzava di sigaro, probabilmente il mio collega Nate aveva di nuovo dato un party lì senza avvertirmi. Decisi di spegnere la luce principale e di accendere solo quella sulla scrivania. mi stesi sulla mia poltrona, morbida e accogliente come sempre. Chiusi gli occhi e sospirai intensamente. Era una cosa che di solito mi faceva stare meglio, ma con la puzza dentro la stanza, potevo solo sentirmi peggio. Rinunciai ad aprire la finestra, ero troppo stanca e demoralizzata anche solo per arrabbiarmi con Nate.
Ero disgustata. Dalla morte di Melissa, da Xavier. Non prenderti in giro Rebecca. L'unica cosa che ti fa schifo davvero, sei tu. Era una sensazione per me troppo familiare. Sentirmi sporca, sbagliata. Ma comunque appagata. Che schifo che ero, farlo in un cimitero con Xavier mi appagava! E il suo sangue... lo potevo sentire dentro lo stomaco, che strisciava insinuandosi dentro di me. Era qualcosa di terribilmente bello. Del piacere lancinante.
Mi addormentai in ufficio, facendo attenzione a chiudere bene porte e finestre. Quando mi svegliai, la nostra segretaria Marylinn, stava bussando alla porta.
Andai ad aprire e la prima cosa che fece fu tapparsi il naso. Nate? chiese. Nate acconsentii.
Marylinn mi guardò come tutte le volte in cui io perdevo un assistente, un'occhiata di pietà e sentimentalismo. Lei era l'unica collega che avevo conosciuto il mio primo giorno di lavoro, l'unica mai stata licenziata, sostituita, o ammazzata. Il nostro non era un rapporto di amicizia, non si può definire tale un rapporto che ha l'orario lavorativo. Ma ci rispettavamo a vicenda, e questo per me contava molto.
Ok Marylinn, da come mi guardi sembra che l'agenzia abbia già saputo della morte di Melissa affermai facendola accomodare davanti la mia scrivania. Io sedetti dall'altro lato sulla poltrona in cui avevo dormito.
Stamattina ho visto il suo distintivo sul bancone d'ingresso, immagino sia stata tu. Annuii.
E' stato di nuovo il tuo fan numero uno? chiese ironica.
Annuii di nuovo. Quando Xavier ufficialmente era vivo, ne faceva fuori due ogni sei mesi dei miei assistenti, risparmiando sempre me. E anche ora che era più morto della morte dei vampiri, continuava a fare stragi... Non era giusto. Non era giusto che io sopravvivessi, mentre tutti gli altri no.
Solitamente, quando gli altri non ce la facevano, Marylinn arrivava da me il giorno dopo, con una lista di nomi e con fascicoli allegati per scegliere il mio nuovo sostituto.
Beh? Hanno deciso ai piani alti, che ne ho uccisi troppi?. Marylinn sorrise. Sai che non è colpa tua. Mi appoggiai alla poltrona dicendo A volte è difficile crederci.
Mi voltai verso la finestra, alzando le tende. C'era un sole che
bruciava forte sui vetri dei grattecieli della nostra cittadina.
Hanno deciso di essere loro ad assegnarti un compagno.
Cosa?!. Marylinn posò sulla mia scrivania, un fascicolo bello grosso, ad occhio e croce ricco come il mio o forse anche di più.
Darren Marshall. Ha il tuo stesso destino, non muore mai al contrario dei suoi assistenti. Questo è uno tosto, Becky. Può durare sul serio! Marylinn aveva un sorriso entusiasta, avvicinò il fascicolo a me con la mano, facendolo scivolare sulla libreria.
Guardai Marylinn interdetta. Non era mai una buona scelta, quando era fatta dai piani alti. Gente che non si sporcava le mani, che non sapeva nulla del lavoro che facevamo, di quanto fosse difficile e rischioso.
Aprii il fascicolo e per un secondo rimasi di stucco. Questo Darren assomigliava moltissimo a Xavier. Gli stessi ricci neri, lo stesso incarnato pallido. Anche se le differenze c'erano, e si notavano. Intanto Xavier aveva la pelle più diafana di Darren. Da quanto dicevano i dati di quest'ultimo, era di ben cinque centimetri più alto di Xavier, e aveva gli occhi azzurro chiaro, a differenza di Xavier che li aveva neri come i capelli. In più Xavier aveva il busto leggermente villoso nella parte intorno all'ombellico. Mentre come rivelavano certe foto di Darren, il suo petto doveva essere completamente liscio. In più... mi resi conto di un'altra somiglianza Darren avrebbe le stesse possibilità di Xavier, di posare per GQ. Guarda qui che pezzo di....
Notai che Marylinn mi sorrideva maliziosa e ambigua. Ehi, ma te lo sei portata a letto questo qui!? le dissi scherzando.
Ma no, scema. Nemmeno tu però, che sei un inno all'etica lavorativa, puoi negare che questo ragazzo sia meraviglioso! mi disse tutta emozionata. Annuii ridendo. Era davvero stupendo. Più di Xavier. Però Xavier lo conoscevo, aveva certe doti a cui nessuna donna avrebbe detto di no...
Bene, oggi alle dodici hai un appuntamento con lui per parlare. Ci sarà anche il direttore. Hai un'ora e mezza di tempo. Sapevo che questo calcolo del tempo rimanente, significava in verità "vatti a fare una doccia e vestiti carina, per piacere non indossare la pistola a proiettili di legno".
Metterò comunque la pistola. Marylinn mi sorrise.
Ho parlato con qualche suo ex collega, anche lui va sempre in giro con una bella mitraglietta. Non ti sembra tutto perfetto?!.
Annuii. Fin troppo, tesoro.
 
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;simo-chan*
view post Posted on 28/1/2011, 22:37




grazie a tutti comunque ^^

+GothMezzie+ che bella firma *-*
 
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Barbo_Miry
view post Posted on 28/1/2011, 23:26




Voglio sapere di più di questo Darren! xD
 
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+GothMezzie+
view post Posted on 29/1/2011, 22:01




Anch'io!!! Ma mi raccomando non tradire xavier!!! xD

CITAZIONE
+GothMezzie+ che bella firma *-*

Grazie!!!^^ Chiamami pure mezzie... =)
Ti riferisci alle due foto del giapponesino?? xD
 
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hil`
view post Posted on 31/1/2011, 21:48




Darren.Xavier.
Non so quale dei due mi intrighi di più **
 
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chemical_sara
view post Posted on 31/1/2011, 21:55




aspetta simo, io sono tonta lo sai, non ho capito XD

Xavier dovrebbe essere morto, nel senso morto da vampiro giusto?! e allora perchè se ne va in giro???

devo sapere devo sapere XD

bravissima comunque!
 
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;simo-chan*
view post Posted on 31/1/2011, 22:07




Arrivai nel quartiere in cui abitavo. Il mio vicino, Philipp, stava innaffiando il giardinetto davanti la sua casa.
Rebecca, buon giorno! mi salutò allegramente. Era un uomo di mezz'età con i capelli brizzolati, gli occhi grigio-azzurro, e una passione matta per il giardinaggio. Sua moglie uscì di casa, portandogli della limonata ghiacciata. Brooke, la moglie di Philipp, era una biondina di circa quarant'anni, con i ricci arzilli e gli occhi azzurri e vivaci. Il quadretto che mi si mostrò era così pittoresco da farmi crddere per un secondo nell'amore a lunga durata.
Ricambiai i saluti e mi rintanai dentro casa. La mia casetta, era molto semplice. Un ingresso con foto di famiglia su una cassettiera in mogano scuro sotto uno specchio dello stesso mogano. Questi appoggiati nel muro di un corridoio di colore champagne. Il corridoio non aveva porte ma si interrompeva bruscamente, lasciando accedere al soggiorno. Carino, rustico, niente di speciale. Di li partiva un altro corridoio che si divideva in bagno, camera da letto mia, e camera da letto di Alois, mio fratello più grande. Io e lui vivevamo assieme da quando io avevo raggiunto la maggiore età, ma cercavamo di non incrociarci durante la convivenza. Appena entrata, un abbaiare gioioso e allegro mi arriva alle orecchie, e subito dopo Boss mi sale in braccio. Boss era un rottweiler di circa 50 kg, coccoloso e affettuoso come nessun boyfriend potrebbe mai essere. Ciao tesoro!! Facciamo così, tu non mi slinguazzi tutta ed io ti do una bistecca stasera al posto dei croccantini.. Eliminato il problemma dell'affetto fuorimisura di Boss, mi infilai in bagno. Feci una doccia lampo e con l'accappatoio andai in camera da letto.
Optai per una camicetta verde scuro, abbastanza scollata che metteva in risalto il mio seno senza rendermi volgare. Una gonna attillata che arrivava sopra le ginocchia. Stivali di pelle con tacco 9 e una giacca di velluto nero. Mi guardai allo specchio, ero professionale... e sexy, dovevo ammetterlo.
Misi un po' di croccantini a Boss, dato che ci pensavo solo io.
Tornai di fretta in ufficio. L'appuntamento doveva avere inizio... Quando guardai l'orologio mi accorsi di essere in ritardo di 10 minuti. Fantastico, il direttore me la farà pagare cara.
Arrivata in sede, appena entrai vidi un gruppo di persone attorno alla scrivania di Marylinn. Che è successo?. La gente un po' si disperse. Rimasi di sasso quando vidi Mary piangere. Chi è stato? Che ti hanno fatto?.
Mary tirò in sù col naso. Niente, Becky. Credimi, è-è stata colpa mia. Sono stata davvero irriverente con il signor Marshall e lui... ha-ha fatto bene a rispondermi.
Non appena capii che parlava del mio futuro assistente, si insomma di quello che mi doveva coprire le spalle in una lotta, strinsi le mani a mò di pugno e cercai di trattenermi. Andai spedita nell'ufficio del mio direttore, Mister Floyd Becker.
Rebecca! Prego siediti! disse il capo, non appena entrai nel suo ufficio. Perdonatemi il ritardo. Becker si alzò in piedi, e ad imitarlo furono un uomo sui sessant'anni e... quello che pensavo fosse Darren.
Aveva davvero l'aria di un cacciatore. Indossava una canotta nera, una collana con ciondolo a targa, pantaloni alla militare, anfibi neri, impermeabile lungo nero e mitraglietta infilata di lato nei pantaloni.
Alla faccia dello stereotipo pensai. Il cacciatore si sporse verso di me a stringermi la mano. Quando provai a guardarlo in faccia, cosa che non mi riusciva bene, dato il suo metro e 80 d'altezza, non riuscii ad attraversare il muro che i suoi occhiali da sole creavano.
Gli strinsi la mano. Ma ero ancora incazzata per Marylinn. Che le aveva fatto questa versione a grandezza naturale di Van Helsing?
Scusate, potrei sapere cosa è successo alla nostra segretaria?. Lui non si mosse a rispondere. Fun il signore anziano, pensavo fosse tipo il suo manager, che per rimediare disse Oh sai, il nostro Darren è un tipo molto diretto. Spesso è sgarbato e non ci sa fare con le donne rise della sua battuta in maniera incerta e imbarazzata, e un po' di sostegno glielo diede anche il mio direttore, unendosi alla sua risata. Mentre io e Darren continuammo a scrutarci.
Quando mollò la mia mano, mi sembrò come se si spezzasse una connessione. Darren tornò a sedersi. Ed io lo imitai.
Il direttore mi illustrò le vicende passate di Darren, e nello stesso modo parlò delle mie imprese e degli assistenti che avevamo perso. La prima volta in cui Darren parlò, fu quando disse Mi riesce difficile pensare che una ragazza come lei, riesca a tenere duro tanto a lungo.
Ognuno ha i suoi talenti. Darren si levò gli occhiali e mi fissò. Io potei fare lo stesso. Le foto non mentivano, aveva davvero gli occhi di un azzurro primavera. Però non gli rendevano giustizia. Erano occhi bellissimi. O meglio, erano apparentementi belli, ma io ci vidi una sfumatura di inesistenza. Come se quegli occhi non fossero veri, ma una maschera che nascondeva un volto orribile.
Non avevo voglia di scoprire quali segreti celassero.
E per mia fortuna... dovevamo lavorare assieme.
 
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chemical_sara
view post Posted on 31/1/2011, 22:24




hai capito darren XD
 
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hil`
view post Posted on 31/1/2011, 22:33




che robbetta sto tizio ù.ù
 
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+GothMezzie+
view post Posted on 1/2/2011, 15:25




Mi sa che non riuscirai a concentrarti troppo in campo!! xD
 
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Barbo_Miry
view post Posted on 1/2/2011, 15:25




Un Mascalzzone prp!
 
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25 replies since 24/1/2011, 16:18   186 views
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