| Fior non aveva mai visto un abito tanto delizioso, con il bianco e il rosso e le fragole disegnate sulle bratelline e nel ricamo della gonna. Guardò il prezzo. Non che le importasse il costo dato che la sua carta di credito era illimitata, un po' come la sua voglia di spendere. Entrò nel negozio, fece un cenno allegro alla commessa dietro il bancone e si diresse verso l'espositore che le interessava. La settimana prima aveva comprato un top che aveva visto sullo stesso espositore dove ora si trovava il vestito con le fragole, e già non c'era più!
Che fosse già passato di moda? No, non poteva essere. Era passata una sola settimana e in più era anche rosa, il rosa non passerà mai di moda. Fior si guardò freneticamente intorno per accertarsi che ci fossero capi d'abbigliamento rosa in quel negozio. Gettò un sospiro di sollievo non appena vide un paio di pantaloncini rosa con gli strass sulle tasche laterali, una maglia rosa pallido che lasciava scoperta buona parte di addome e un prendi sole magenta con raffigurato un micetto al mare. Fior pensò subito che quel micetto fosse adorabile, soprattutto il fiocco che aveva. Peccato che lei non avesse un gatto, lo avrebbe vestito di tutto punto, con fiocchi e campanellini tintillanti e luccicanti!
Però non c'erano molti accessori per i gatti. Mentre per i cani si! Oh com'erano adorabili certi cappotti che aveva visto da YOU-DOG. In più se avesse avuto un cane, Fior sarebbe potuta uscire a fare jogging con quella sua tutina da allenamento comprata un mese prima e mai indossata. Anche se era di un giallo assurdo. Sarebbe stato meglio comprare una tutina nuova, magari in tinta con il cappotto del suo cagnolino. Beh si, forse prima si sarebbe dovuta comprare un cagnolino. Che razza avrebbe potuto scegliere? Un yorkshire avrebbe fatto pan-dan con il suo soprabito grigio topo, ma un cooker spaniel avrebbe fatto risaltare i suoi riccioli tra il biondo e il rossiccio...
A distrarla da quel flusso di pensieri ormai inarrestabile, fu un colpetto alla spalla. Quando si voltò, sorrise in maniera imbarazzata e il sorriso di risposta che ricevette era bello come i girasoli in fioritura.
"Cara, pensavo dovessi andare a comprarti una borsa da abbinare al vestito per il white party di domani".
"Hai ragione, Malcom. E' che... io... ehm, la borsa l'ho comprata!".
"E allora che fai qui?".
"Beh, la borsa l'ho comprata ma non si intona per niente al vestito per il white party. Così ho pensato che l'unica soluzione fosse cambiare vestito da abbinare!".
"Cambiare la borsa no, eh?"
"Ma tu non l'hai vista! E' tutta rossa con le cinghie dorate e poi è firmata Dans&George! E' preziosissima! Fra quarant'anni varrà una piccola fortuna! E.. e.. scusa!! In quel momento mi sembrava troppo bella!" disse in fine quando vide lo sguardo tra lo sgomento e il rimprovero del suo futuro marito. Malcolm però sorrise come a perdonarla e la strinse a se.
Mettendole una mano sui riccioli morbidi e vaporosi, Malcolm posò le labbra sulla fronte di Fior la quale arrossì e si strinse a lui. Adorava Malcolm. Non solo lui era ricco, di buona famiglia, incredibilmente educato, intelligente e amorevole. Ma aveva anche due occhi azzurri come il cielo primaverile, capelli biondi e lucenti come la luce estiva e un sorriso caldo e affettuoso che faceva andare sempre Fior in estasy.
Quando uscirono dal negozio, Fior aveva tre vestiti nuovi, due completi da ufficio e un paio di scarpe diverso per ogni nuovo acquisto. Nel modo di uscire, frettolosa e sbadata, Fior sbattè contro un'altra ragazza e tutte e due si ritrovarono col culo a terra. L'altra ragazza era di 10 cm più alta di Fior, quindi 10 cm più bassa di Malcolm, il quale era un metro e ottanta pieno. Aveva lunghi capelli ondulati e rossi, di un rosso molto forte e molto finto, osservò Fior. Indossava un completo giacca pantalone, giallo senape sbiadito e un paio di scarpe di vernice nere, modello dell'anno passato.
Ad aiutarla ad alzarsi, c'era un signore molto distinto e molto.. molto stempiato. Aveva le spalle larghe, ed era alto circa uno e novanta. Ma nonostante l'aspetto piuttosto vivace e il completo giacca-cravatta-camicia moderno (colori scuri e tenui) quell'uomo doveva avere almeno trent'anni di differenza con la signorina, la quale poteva avere un 33-35 anni.
Ad aiutare lei invece, fu Malcolm. Il quale si stava già scusando con la coppia che avevano davanti. Poi Malcolm porse la mano al signore e questo disse "Tranquillo figliolo, sono cose che capitano. Anche la nostra Sheila qui presente, ha un po' la testa tra le nuvole". Detto questo rise della sua battuta un po' come ride Babbo Natale il giorno della sua festa.
Malcolm cinse le spalle di Fior, e con la mano libera fece le presentazioni. "Mr. St.James, questa è la mia fidanzata, Fior Willsworth, probabilmente conosce suo padre: è il fondatore dell'agenzia pubblicitaria Willsworth&PublicRelations. Tesoro, questo è uno dei nostri clienti più affezionati, e questa è la sua compagna: Sheila Becker". Fior sorrise imbarazzata e porse la mano a Sheila, la quale ricambiò il sorriso e la stretta di mano.
Appena si salutarono, Fior mise il broncio. Una delle cose che le riusciva meglio insieme al lamentarsi, fare shopping e cucinare i brownies. "Ti ho fatto fare una figuraccia con uno dei tuoi clienti più importanti! Oh, sono proprio un disastro!! Ma come fai a volermi sposare!? Io..!" Fior non ebbe il tempo di finire la frase, che le labbra di Malcolm si posarono avidamente sulle sue.
La sera del white-party sembrava non passare mai. Tutti avevano fatti i complimenti a Fior per i suoi bellissimi indumenti, e lei ci provava a fare lo stesso, ma spesso semplicemente sorvolava. Il white-party era organizzato dallo studio legale del padre di Malcolm, il quale difendeva molti grandi industriali. La maggior parte vecchi, come le loro vecchie consorti. Fior raramente riusciva a trovare qualcosa di carino nel loro abbigliamento, ma appena lo trovava non perdeva occasione per complimentarsi dato che era l'unica cosa che poteva dire di loro, senza offenderli.
Mentre andava al tavolo del buffet, si chiese che stesse facendo Malcolm. Circa un quarto d'ora prima si era dovuto dileguare a causa di una chiamata urgente di lavoro e da allora non l'aveva più visto. Al tavolo, che era ricco e imbandito come tutti i cocktail party a cui era stata, niente l'attirava particolarmente. Solo lo scotch, come sempre. Lei era una feticista dei liquori, sebbene li bevesse raramente per via del suo corpo troppo delicato. Decise quindi di fare uno strappo alla regola, si fece versare un bicchiere di scotch dal cameriere, e sorseggio il primo goccio con estrema cautela, tanto quanto era il piacere. "Buona Sera, Signorina Willsworth!" disse una voce profonda e roca alle sue spalle. Quando vide Mr.St'James, sorrise educatamente e chiese al cameriere di servire un bicchiere dell'alcolico anche a lui. Il signore lo prese volentieri, e come aveva fatto Fior, fu molto cauto nel gustarsi il primo sorso. "Le piace questo liquore, Signor St'James?". "Molto, ma alla mia età devo stare attento agli eccessi. E lei, signorina Willsworth? Avevo sentito dire a suo padre che fosse troppo cagionevole di salute per potersi gustare un alcolico forte come questo". Fior guardò quel liquido che mescolava delicatamente all'interno del bicchiere. "Ha ragione. Solitamente anche io sto attenta agli eccessi, ma stasera mi sono sentita in dovere di fare uno strappo alla regola". Fior sorrise, educatamente. Ma dentro era molto triste. Senza un particolare motivo. Aveva voglia di bere ancora, di bere languidamente finché quella bevanda non le fosse entrata fin dentro le ossa. "E la sua compagna? Sheila Becker, dico bene?". Mr St'James annuì soddisfatto. Fu lo stesso cenno che il padre di Fior faceva quando concludeva un ottimo affare su un cavallo da corsa. Un cenno molto poco rispettoso di Sheila, quindi.
"Oh non lo so di preciso. E' qui da qualche parte, se non mi sbaglio credo di averla vista entrare dentro la villa insieme alla padrona di casa, ma questo giardino è così bello che non vedo motivo di rinchiudermi dentro casa". Chiacchierarono del più e del meno per almeno altri cinque minuti. Erano chiacchiere insopportabili per Fior, che detestava le discussioni di cortesia. Quindi prese un altro bicchiere di scotch, sotto l'occhio indiscreto di St'James e lo liquidò con un "buona serata".
Entrò dentro la villa, cominciava a sentire un po' di freddo. Ma non riusciva a ricordarsi in che camera avessero lasciato le giacche. Chiese ad un cameriere lì dentro, il quale la mandò verso il piano superiore senza però essere molto preciso. Nel salire al primo piano, da un vassoio abbandonato Fior prelevò un altro bicchiere, sostituendo quello ormai vuoto nella sua mano. Non era scotch, ma era molto forte e le bruciava davvero la gola, mentre scendeva giù fino allo stomaco. Forse era davvero un super super alcolico, ma di certo era unito al fatto che Fior non toccava cibo da due giorni. Si sorprendeva che non fosse già svenuta e finita in ospedale. L'ultima volta che era svenuta però non si era ritrovata in ospedale, ma alla festa di un tale. E solo Dio sapeva cos'aveva fatto la sera prima.
Arrivando al piano di sopra cominciò a sentire dei rumori. Ma il flusso dei pensieri che era cominciato, non sembrava volersi interrompere. Fior continuava ad avere una disperata voglia di alcolici, sempre più forti. Nonostante il bicchiere nella sua mano fosse ancora mezzo pieno, lei sentiva di volerne di più, ancora e ancora. Ma non aveva motivo di voler bere. La sua vita era perfetta. I suoi genitori le volevano tanto bene, le davano sempre tutto, facevano tutto per lei. Come il suo futuro marito. Gliel'aveva presentato suo padre, diceva che erano fatti per stare assieme. Nemmeno due mesi dopo Malcolm era diventato socio dello studio legale dove aveva lavorato per anni. E Fior si era già innamorata follemente, quando lui le chiese di sposarlo. Lei era così contenta. Perché presto la sua intera vita sarebbe stata perfetta. Un marito perfetto, una casa perfetta, un matrimonio perfetto, una guardaroba perfetto. Tutto ciò che lei aveva sempre desiderato. Si fermò davanti una porta semisocchiusa. Si sentivano versi che Fior conosceva per sentito dire, dato che era ancora vergine. Quando sbirciò, sapeva già cosa trovare. E sebbene l'immagine di Malcolm che cavalcasse la signorina Becker, avrebbe dovuto provocarle qualcosa, Fior era finita in uno stato di quieta distanza. Come se l'alcool l'avesse completamente isolata da quello che le succedeva intorno. La stanza era buia, ma la luce che gradualmente filtrava mentre lei apriva la porta, le lasciava perfettamente riconoscere la sagoma di Malcolm. Le sue spalle strette e i suoi capelli biondo cenere che convulsamente sembravano trotterellare sopra il corpo di Sheila. Fior era sicura che fosse lei, nonostante la maggior parte del corpo fosse coperto dalla schiena di Malcolm, per via di quelle orribili scarpe che Fior aveva notato la mattina. Avvicinò il bicchiere alle labbra, ma il liquido che doveva essere al suo interno... era finito. Chissà perché, questo la fece arrabbiare. In quello stato di calma apparente, cominciò a stringere molto forte il bicchiere di vetro che aveva in mano, fino a romperlo. Le schiegge di vetro le sfreggiarono la mano, che cominciò a sanguinare. Lo sguardo lontano non vedeva più Malcolm e Sheila che scopavano e strillavano. Ascoltava la ninna nanna che le cantava sempre sua madre quando era piccola, un ritmo dolce, delicato.. Quella melodia le assordava le orecchie, coprendo gli strilli del suo futuro consorte e di Sheila che si accorgevano di Fior, del sangue che le imbrattava la mano...
Fior cominciò a sentire le ginocchia cedere, ad un certo punto tutto diventò fottutamente pesante da sopportare e si accasciò al suolo. Ma quella caduta le sembro estremamente lenta, lei non vedeva l'ora di stendersi a terra, di chiudere gli occhi e di non riaprirli più. Mentre guardava il mondo dal pavimento, vide vicino al letto assieme ad altri cappotti, il suo coprispalle rosso candido macchiato. "Domani lo devo far lavare" pensò Fior "se ci sarò, ovviamente..." e un sorriso le increspò il volto. Dopodiché chiuse gli occhi serenamente.
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