2° CONTEST

Era la fine, non c'era altro modo per descrivere quella situazione...
damon mezzo morto sdraiato sull'erba umida e sporca del suo sangue, meredith gravemente ferita da quel mostro di tyler, matt svenuto, stefan che ormai non aveva più di 5 minuti di vita....
niente aveva senso, si dice che il bene trinfa sempre, ma questa volta sembrava proprio il contrario...
l'unica persona che poteva fronteggiae klaus era bonnie, l'unica senza ferite, ma come poteva una povera umana fronteggiare un potere cosi?
era ormai ovvio come sarebbero finite le cose...tutti morti e se fossere stati fortunati klaus li avrebbe uccisi nel modo più veloce possibile...
bonnie distesa accanto al morente stefan piangeva come una fontana, voleva aiutare i suoi amici, essere per una volta d'aiuto e non di peso...
klaus si avvicinò a lei con passi felpati, da felino..
<< Mia giovane strega, sembra che tu sia rimasta sola, l'unica ancora troppo in vita, ma posso rimediare subito al danno>> disse klaus con il suo sguardo maligno, prendendo bonnie con i capelli e strappandola dal corpo di stefan...
<< Magari se mi implori in ginocchio, potrei essere clemente con te>> aggiunse alzandola da 10 centimetri dal suolo...
bonnie voleva urlare di dolore, ma non riusciva ad emettere nessun suono...
forse avrebbe supplicato, ma voleva essere coraggiosa almeno per una volta...
<< Va al diavolo!>> disse con tutta la voce che aveva...
il suo viso a forma di cuore era rigato dalle lacrime e sporco di sangue di damon e di meredith.
dentro di sè si chiedeva cosa serviva essere una strega se non poteva aiutare i propri amici nel momento di bisogno...
era inutile ecco cos'era...
klaus la gettò a terra...
<< Vuoi fare la coraggiosa? a quale scopo? sono già tutti morti, e tu sarai la prossima, stefan puù aspettare>> disse klaus mentre si avvinghiava alla gola di bonnie...
all'improvviso però qualcosa cambiò...
era il solstizio d'estate per i druidi un evento importante, bonnie iniziò a sentire dentro un potere enorme, doveva essere mezza notte, nel cielo non si vedeva nemmeno una stella a causa della nebbia creata da klaus...
per un attimo klaus si fermò perchè percepì qualcosa di strano, ma continuò verso la sua giovane preda...
all'improvviso klaus vide una luce molto intensa accecarlo e quando riaprì gli occhi bonnie era sparita...
individuò un potere enorme sopra di lui, alzò gli occhi..
era bonnie, era circondata da un enorme luce che emetteva un potere altrettanto forte...
sembrava un angelo, vibrava nel cielo ed aveva gli occhi completamente bianchi...
<< Cos'è un nuovo giochetto da strega?>> disse klaus arrabiato...
<< Non mi fai paura lurida umana!>> aggiunse saltando verso bonnie, ma la luce lo scaraventò dall'altro lato della radura...
<< Basta torturare i miei amici!>> disse bonnie, con una voce non sua...era un misto tra migliaia di voci, le voci di tutti i morti che c'erano stati lì a fell's chirch...
un raggio di luce attraversò la radura in direzione di klaus e gli perforò il petto, rimanendogli un buco largo 10 cm....
<< La tua era è finita>> aggiunse bonnie e un altro raggio colpì klaus definitivamente, ormai di lui non restava che un braccio e il suo anello di lapislazzuli...poi fece lo stesso con tyler, che stava tentadno di scappare come un vigliacco...
infine la bonnie dagli occhi bianchi guardò in direzione degli amici e altri raggi attraversarono la radura.....

due giorni dopo...
bonnie si risvegliò in ospedale, attorno a lei c'erano tutti, damon, meredith stefan, matt e anche caroline che nella radura era scappata come una vigliacca...
non ricordava cosa era successo e come fossero scampati a klaus...
<< Sei stata grande bonnie, ci hai salvati tutti, hai ucciso klaus, tyler e inoltre ci hai guariti, dovevi vederti, eri bellissima con quella luce>> disse meredith felicissima...
bonnie li guardò con gli occhi sgranati e sorpresi...
<< Sei stata brava davvero siamo tutti qui grazie a te>>
disse stefan con la sua bellissima e calda voce...
<< Bene ora vado ah grazie strega>> aggiunse damon come al solito senza far trapelare le sue vere emozioni...



caro diario...
non posso crederci, io la povera e indifesa bonnie ho salvato la città da klaus, sono ancora sbalordita e molto stanca, ho dormito per due giorni...
appena mi riprenderò del tutto scriverò ogni cosa...

continua

Bonnie osservava la scena immobile.
Non riusciva a muoversi, non sentiva più i suoi muscoli, era come se non avesse più la forza di reagire.
Stefan giaceva a terra accanto a lei immobile, gli occhi pericolosamente serrati, la bocca appena dischiusa in una smorfia di dolore, la fronte imperlata di sudore, la camicia stracciata.
Era morto.
Il suo cervello le impediva di pensare come una persona normale, di formulare pensieri coerenti o con un qualsiasi senso logico.
Dall’altra parte della radura, Damon stava affrontando a faccia a faccia Klaus, che teneva in mano un lungo bastone di legno appuntito, che Damon, per quanto abile e veloce potesse essere, non riusciva a togliergli dalle mani.
Il ragazzo indietreggiava, mentre Klaus cercava di infilzarlo con la lunga lancia bianca, ma per quanto Damon fosse abile in quel gioco, Bonnie poteva avvertire la sua stanchezza farsi forza su di lui.
Se solo Damon si fosse distratto un secondo, un solo, piccolo secondo, quella lancia gli avrebbe trafitto il cuore.
Bonnie tornò a guardare Stefan, incapace di pensare.
Doveva fare qualcosa, lei era l’unica che potesse fare qualcosa, o almeno quel poco di cui fosse stata capace.
Matt e Meredith erano chissà dove nell’enorme e buia radura, e mai, come in quel preciso istante, seppur circondata da tutte le persone a cui teneva, salvo Klaus, Bonnie si era sentita così sola.
Afferrò la mano di Stefan, stringendola al petto e chiuse gli occhi.
“Stefan” cercò di chiamare con il pensiero “Stefan, puoi sentirmi”
Bonnie ritentò, di nuovo, questa volta con tutte le sue forze cercò di estraniarsi dal mondo che la circondava, entrando in una nuova dimensione.
“Stefan” chiamo Bonnie, questa volta, era come se parlasse davvero “Stefan”
D’un tratto, nel buio della sua mente apparve una luce. Una luce talmente abbagliante che Bonnie fu costretta a chiudere gli occhi.
La luce non era fuori, dove Damon o Klaus la potessero vedere, ma dentro di lei, forme e linee di splendore puro si ricongiungevano a poco a poco per formare due figure. Dapprima indistinte, poi diventarono Elena e Stefan.
Bonnie dentro di sè quasi pianse, erano così puri e inebriati del loro amore che se fossero stati grondanti di sangue, sarebbero rimasti comunque la cosa più bella che lei avesse mai visto.
"Elena..." sussurrò commossa. "Stefan" mormorò, mentre le lacrime le crescevano in gola, senza sapere motivo. Forse la consapevolezza che se loro ora erano insieme, probabilmente sarebbe stata l'ultima volta che li avrebbe visti.
"Bonnie" parlarono all'unisono la coppia luminosa. "Devi aiutare Damon, dobbiamo aiutarlo. Da solo ognuno di noi è spacciato".
"Ma come? Che potere ho io, scusa? Prevedere le morti? Sai che bello!" con dolore, sapeva che quell'ilarità era vera.
"No, non pensarla così" disse Elena. "Tu hai più potere di quanto pensi" aggiunse Stefan. "Come fate a saperlo?"
"Bonnie, fidati di me. Non abbiamo molto tempo. Ti prego tendici le mani".
Bonnie aprì bocca come a protestare, ma sentì per un attimo qualcosa schiantarsi.
"Damon!" pensò.
Tese le mani e la luce si intensificò. Aprì gli occhi e vide tre volte ciò che c'era. Tre menti che pensavano, tre cuori che battevano, tre anime che combattevano.
"Klaus!" chiamò Bonnie, con la voce di Stefan.
"E' arrivato il momento di salutarci" disse Elena.
Bonnie si mosse senza percepirlo, ma soltanto sapendolo verso Damon. Appena gli porse la mano e lui la strinse, sentì più potere di quanto ne avrebb mai più avuto in vita sua.
E dallo sguardo sorpreso di Damon, capì che provava lo stesso.

Damon sentiva dentro di sè la determinazione di Elena, la bontà di Stefan e qualcosa che lo lasciò stupefatto: la forza di Bonnie.
Ma non ci fu tempo di pensare. Ma di agire.
E fu uno di quei momenti in cui tutto succede così velocemente da sembrarti eterno.
Bonnie si scagliò contro Klaus che colto di sorpresa di beccò un calcio in faccia. Venne scaraventato a tre metri di distanza. Intanto Damon, sentendo Stefan che lo esortava, si scagliò mentre Klaus era ancora in aria e gli strappò il legno dalla mano. Ricadde a terra con una grazia che solo Damon poteva avere.
Si trovò a fianco Bonnie, la quale aveva una luce negli occhi che mai aveva visto. Anche se sapeva che non era grazie a Elena o a Stefan, quella luce negli occhi era mervigliosa, solo come Bonnie poteva esserlo. Scintille piccole e graziose danzavano per nascondere fuoco e fiamme in quegli occhi stupendi. La definizione perfetta per Bonnie.
Senti uno scricchiolio di foglie secche e si voltò subito. Klaus era nuovamente in piedi, respirava affannosamente. Quanto era stato forte il calcio di Bonnie?!
Poi questa prese la mano di Damon. E sebbene sentìun brivido lungo la schiena, non si ritirò.
Poteva avvertire la presenza di Elena, e quella del fratello, più forte che mai.
Tutti e quattro corsero come e si scagliarono vero Klaus che con un salto riuscì a schivarli, ma non del tutto. Perchè Damon strinse la mano di Bonnie, le passò in fretta il legno e la lanciò verso Klaus.
Il legno trafisse per mano di Bonnie la schiena del vampiro.
Questo barcollava in avanti cercando di camminare.
Poi come se avesse esaurito qualsiasi forza e qualsiasi voglia di continuare a vivere... o a non-vivere, si fermò e si gettò in avanti.
Bonnie lasciò per un secondo la mano di Damon che la riprese subito e la tirò a sè. L'abbracciò tenendola tra le braccia come mai nessuno aveva fatto prima con Bonnie. E pure lei si lasciò andare.

Tese le braccia verso il collo di Damon, e anche lei lo abbracciò. Piangeva, per dolore, per emozione, per paura che non fosse finita ma in fondo lo sapeva.
Sentì Damon che poggiava la bocca sulla sua testa e strinse ancora di più. Non voleva che in quel momento qualcuno, chiunque, la lasciasse.
O almeno era quello che si diceva. Sentiva comunque, che l'abbraccio di Damon era speciale...in tanti sensi.
Si voltò leggermente verso il corpo a terra di Klaus. Damon si mosse cautamente verso di lui, sempre tenendo Bonnie stretta a sè e gli strappò un bottone. Lei si chinò per vedere e capì che era fatto di lapislazzuli ed era quello che lo proteggeva dai raggi solari.
Il corpo di Klaus iniziò a polverizzarsi, in un istante tutto ciò che le aveva reso quella notte e quei primi raggi di sole così terrificanti, non fu altro che polvere.
Gettò il viso verso il petto di Damon e ricominciò a piangere, chissà perché Damon la strinse a sè e si sentì sicura.
Era finito? Era tutto finito? No...
Una voce chiamò dentro lei. "Bonnie...Damon" chiamò Elena.
Bonnie si voltò. Dietro di lei le figure pure e celestiali di Stefan ed Elena si tenevano strette in abiti bianchi.
"Sei bellissima" disse Bonnie all'amica, la quale indossava una vestaglia di pizzo e seta bianca e lunga. E levitava. Sotto di lei solo luce, non poggiava i piedi a terra. E lo stesso Stefan.
Indossava uno smoking bianco, con camicia bianca e cravatta bianca. Splendente e lucente. Bonnie notò che lei e Damon erano abbracciati come Stefan ed Elena, e si chiese se questo significasse qualcosa.
"Non tornerai più" disse Damon. Niente domanda, niente dubbi, se non quello di sapere a chi si fosse rivolto.
Ma rispose Stefan.
"No. Damon ho trovato la mia pace. L'abbiamo trovata entrambi. E la troverai anche tu, fratellino".
Bonnie sentì la presa di Damon stringersi attorno alla sua vita.
"Elena! Ti prego... non voglio che tu te ne vada! Ti prego..." piangeva Bonnie.
Qualcosa ai piedi dell'albero si alzò, erano Matt e Meredith. Doloranti si avvicinarono, socchiudendo gli occhi per la troppa luce.
"Bonnie, sei più forte di quanto pensi. Davvero".
"Davvero" fece eco Meredith, stringendo una mano alla sua amica.
Bonnie si staccò da Damon e con Meredith si avvicinò a Elena, che si tese loro le mani, e poi si abbracciarono.
Un abbraccio, lungo, profondo, ricco, come poteva essere solo e soltanto fra loro tre.
"Vi voglio bene, abbiate cura di Margaret, di zia Judith, di Robert... vi voglio bene, sorelle mie. E abbi cura di Damon" disse Elena, sussurrando l'ultima frase.
Poi tirò Indietro la schiena, tornando nel suo posto accanto a Stefan.
Poi questo si avvicinò a Damon, umile e trionfante per la bellezza che irradiava e lo abbracciò. Il fratello inizialmente non si mosse ma poi gli fu impossibile trattenersi e abbracciò il suo stefan, tanto odiato quanto rispettato fratello.
Bonnie non trateneva le lacrime che scorrevano a fiumi.
Anche Matt dopo abbracciò Elena.
Fu un momento in cui Bonnie si sentì soltanto pubblico, come se tutto ciò non la riguardasse, come se finito il film, sarebbe andata a casa con Elena, Meredith e Caroline a mangiare biscotti e chiacchierare e scherzare... Come ai vecchi tempi.
Ma la loro luce si intensificò. Elena e Stefan se ne stavno andando.
"Addio, e grazie di tutto" dissero all'unisono.
Bonnie riprese coscenza di ciò che era la realtà e si aggrappò alla veste lucente di Elena. Ma altro non le rimase in mano che leggere scintille di luce che sparirono in breve tempo, e una eco nella testa che diceva "Vi vogliamo bene, per sempre".

Erano passate due settimane da quando Elena e Stefan erano morti. E le cose erano del tutto cambiate.
Per esempio Meredith e Matt. Meredith aveva lasciato Alaric, lì in Amazzonia.
E ha fatto pure bene, pensava Damon.
Ora stavano insieme, ed erano felici, innamorati. Anche se dopo sole due settimane era difficile dirlo.
E lui e Bonnie.
Damon si avvicinava alla strada che portava via da fell's church. Con Bonnie accanto a lui.
"Vuoi davvero andartene?" chiese Damon. "Non so, forse vuoi aspettare la festa della marmotta, o dei fondatori. Oppure vuoi cantare qualche melodia tradizionale della bella Fell's Church!".
"Smettila!" rideva Bonnie. "Non ho intenzione di rimanere qui. E comunque tu non ci vuoi rimanere ed io non voglio rimanere da nessuna parte dove non ci sia tu".
Damon si voltò per un attimo verso Bonnie. Guardava fuori dal finestrino, con aria convinta e le guance rosse. E capì di doverla smettere di far sacrificare gli altri. Ogni tanto toccava anche a lui.
Accostò la macchina ad un lato della strada. E rimase a guardare Bonnie. Con la sua migliore aria impassibile e impossibile, quella che aveva fatto crollare centinaia, se non migliaia di donne, ai suoi piedi.
"Se tu vuoi rimanere..."
"No".
"Ma se tu vuoi..."
"NO! Damon, no. Non voglio rimanere. Ho tutto il mondo da vedere, e lo voglio vedere. Con te. Solo tu ed Io".
"Perchè?".
Vide Bonnie sospirare e le prese il mento tra le dita per girare il suo bel viso a forma di cuore verso di lui e poter vedere che una lacrima gli veniva nascosta.
"Deciso: non partiamo" disse Damon.
"No!".
"Bonnie, tu non vuoi partire. Ed io voglio rimanere con te. Ormai ho deciso".
"Non mi interessa!"
"Come scusa?". Evidentemente sorpreso, guardò Bonnie che era scattata come mai prima d'ora.
"Non parto per te, Damon. Certo, tu sei uno stupendo vantaggio. A cui non intendo rinunciare. Ma, quando ieri sono stata a casa di Meredith, stava con Matt. E stavano bene, tranquilli, erano davvero felici insieme. Ed io non voglio questo, l'ho capito. Non voglio stare tranquilla in una cittadina tranquilla. Non con tutto quello che ho passato, non con tutto quello che so. Voglio vedere il mondo con te, voglio giararlo e conoscerlo e..." il discordo di Bonnie fu bruscamente interrotto da un bacio di Damon.
"Allora verrò con te".
Bonnie tirò un sorriso vincente e disse "Non aveva mica altra scelta!" e si scambiarono un altro bacio, più lungo, più appassionato.
La amo, ne sono sicuro, pensò Damon.

"Ti amo, ne sono sicura" disse Bonnie. E partirono insieme, sulla Ferrari gialla, alla ricerca di avventure che fossero solo loro.