Nero notte, 2° parte

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renesmee89
view post Posted on 5/7/2010, 21:04




Markus si portò le mani alle orecchie:
“Ti prego, parlami” implorò.
Il volto svanì per un attimo, per riapparire con maggiore definizione.
“Mi hai ucciso” ringhiò, il suono era irreale, come il lamento subacqueo di un mostro marino.
“Sì, ma ti posso riportare in vita, credimi, lo posso fare”.
Il volto si fece serio:
“Tu puoi?” chiese .
“Sì, è tutto scritto qui” disse il vecchio mostrando il libro che teneva stretto nelle mani tremanti.
“Perchè mi hai fatto questo” sussurrò l’anima.
“Per sapere, devo morire, non manca ormai molto alla mia ora. Non sono mai stato un credente, non so cosa mi aspetta dall’altra parte, ho paura” pianse “ho paura di ciò che mi attende, ma tu ora sai cosa c’è dall’altra parte, tu ora sei ciò che io sto per diventare, dimmi cosa vedi, dimmi cosa c’è”.
Il volto rise.
Markus lo fissò perplesso.
“Tu vuoi sapere cosa ti attende vecchio?”.
“Sì, ti prego”.
“Mi riporterai alla vita?”.
“Sì, te lo giuro”.
“C’è silenzio, c’è luce, tanta luce...c’è conoscenza”.
“Ma cosa vedi, cosa sei, hai una dimensione corporea, hai delle sensazioni, sei solo o ci sono altri come te?”.
Il volto gridò di nuovo, ma stavolta l’urlo suonò più come il latrato di un animale ferito.
“Sto svanendo, ridammi un corpo”.
“Ma io devo sapere”.
“Ricorderò ciò che vedo e te lo dirò, ma ora devo...”.
La bocca di vento continuava a muoversi, ma Markus non riusciva a sentire quello che diceva, l’anima stava svanendo, se non si fosse affrettato sarebbe scomparsa, Joseph sarebbe definitivamente morto, e lui sarebbe diventato un assassino.
Lesse il resto della nenia.
Il volto scomparve.
Una folata di vento spense le candele.
Joseph tossì furiosamente.
Markus si precipitò accanto al giovane.
“Joseph” lo chiamò.
Il ragazzo si issò a sedere, si passò le mani sulla ferita mortale miracolosamente rimarginata, si guardò con curiosità le mani sporche del suo sangue.
“Mi hai ucciso” rantolò “e resuscitato” concluse.
“Ricordi? Ricordi ciò che hai visto”.
“Rammento ogni cosa”.
“Ti riaccompagno a casa mia”.
Lo prese per un braccio, ma Joseph si tirò istintivamente indietro.
“Non aver paura di me, non ti farei mai nulla di male”.
Si alzarono e tornarono alla macchina.
Giunsero all’appartamento di Markus in pochi minuti, non parlarono, fissarono la strada senza scambiarsi neppure uno sguardo.
Giunti a destinazione si accomodarono nel salotto.
Joseph osservò per qualche istante la stanza disorientato.
“Cosa mi hai fatto?” chiese perentorio.
“Ti ho sottoposto ad un antico rito pre-ebraico, non conosco l’esatto significato della cantilena che ho recitato, il testo dalla quale l’ho estrapolata spiegava solo che nella tradizione pagana quel particolare rito serviva ad intrappolare l’anima di un uomo giusto negli attimi succedenti alla morte di quest’ultimo, l’anima così rinchiusa poteva rispondere alle domande di colui che l’aveva evocata”.
“E come mi hai riportato in vita?”.
“In modo analogo, non so esattamente come, ma credo che il resto dello scritto fosse una sorta di contro incantesimo”.
Joseph cominciò a ridere, prima in modo trattenuto, poi sempre più fragorosamente, quasi fino alle lacrime.
“Non ci posso credere, libero grazie alle prodezze di un apprendista stregone”.
“Credo che la tua reazione sia frutto dello shock, mio povero ragazzo, lo so ti ho fatto qualcosa di mostruoso, ma io devo sapere, perdonami, ma raccontami ciò che hai visto, te ne prego”.
“Perdonarti?” chiese il giovane alzandosi e portandosi davanti al vecchio, Markus non rammentava che gli occhi dell’uomo fossero di un azzurro così intenso.
“Io devo solo dirti grazie, mio vecchio, pauroso, sciocco amico”.
“Joseph, ma cosa stai dicendo?”.
“Joseph, è da un po’ che mi chiami così. Era forse il nome della vittima che mia hai immolato?”.
“Vittima? Ma di cosa stai parlando?”.
“Non hai capito ancora nulla. Io non sono Joseph, ma ammetto di trovarmi bene nei suoi panni”.
“Chi sei?” Markus era terrorizzato.
“Non rammento il mio nome, non ci sono nomi dal posto dal quale mia hai chiamato”.
“Che posto è?”.
“Un antro buio, tetro, angusto, dove i tuoi sbagli ti rincorrono, un luogo dove la tua memoria ti insegue e ti sbrana continuamente, per ricordarti che non te ne andrai mai più”.
“L’inferno”.
“No, l’eterno. Era questo che volevi sapere vecchio? Volevi sapere cosa ti attende dall’atra parte: il nulla. Non c’è niente dall’altra parte, la tua energia continua a vagare senza meta, nella solitudine totale, senza speranza di dannazione o redenzione, una infinita sala d’attesa immersa nel vuoto, ecco cosa ti aspetta”.
“Non è possibile, non posso crederci, il nulla, l’eternità è vagare nel niente, senza scopo, senza nome, senza meta. Perchè ho richiamato te e non l’anima di Joseph” Markus piangeva.
“Perchè dall’abisso che hai spalancato non puoi chiamare l’anima che cerchi, ma solo la prima che ti ascolta, era questo il significato della preghiera che hai recitato, hai solo permesso che un’anima si appropriasse di un corpo non suo. Hai fallito vecchio, Joseph è morto, la sua anima persa nel silenzio dell’oblio, sei solo un assassino”.
“No, io non volevo questo, io non volevo, io...”.
Joseph si chinò sul vecchio che aveva nascosto il volto fra le mani, gli sfilò il coltello dalla tasca e glielo porse.
“Fallo” lo esortò “non ti rimane molto da vivere, me lo hai detto tu, falla finita e raggiungi il nulla che ti attende”.
Markus prese la lama fra le dita ossute, la osservò per qualche attimo e si recise i polsi.
Joseph uscì dall’appartamento voltandosi solo un attimo per vedere l’uomo dissanguarsi fra le lacrime.






Giunto nel piccolo monolocale studentesco che divideva con Frank, Joseph si distese sul letto con le mani intrecciate dietro la nuca.
Frank era seduto di fronte al piccolo schermo del personal computer.
“Com’è andata oggi fratello?”.
“Non bene”.
“Non hai trovato nessuna verginella per il sabba di domani?”.
“No, ma ho incontrato un vecchio che mi ha sottoposto al rito della Joha”.
“Davvero? Forte! E’ riuscito a resuscitarti vedo, ma perchè lo ha fatto?”.
“Voleva sapere cosa lo attendeva dall’altra parte”.
“E gleilo hai detto?”.
“Certo che no, gli ho detto che il rito che aveva compiuto era solo servito a far sì che un’altra anima si impossessasse del corpo del povero Joseph, gli ho raccontato che dall’altra parte non c’è nulla, solo silenzio e buio, e l’ho convinto a suicidarsi”.
“Incredibile, sei un mostro di bravura, scommetto che ti ha creduto”.
“Certo che lo ha fatto, era convinto di avere a che fare con un bravo studentello della facoltà di giornalismo, non ha sospettato minimante che fossi il mastro di una setta satanica”.
“Gli hai raccontato che l’aldilà non esiste” ripetè Farnk incredulo.
“No, ho fatto qualcosa di peggio, gli descritto il nulla, gliel’ho fatto assaporare, ho letto il terrore della consapevolezza nei suoi occhi”.
“Ma se si è ucciso credendo di essere un assassino, adesso sarà già a godere della luce eterna” profferì quest’ultima frase con sdegno.
“Non credo, nessun brav’uomo è così terrorizzato dalla morte se non ha nulla da farsi perdonare, sono sicuro di aver inviato un’altra anima al Sire”.
“Lo hai visto?”.
“Il Sire? Dall’altra parte intendi?”.
“Esatto”.
“No, credo sia troppo impegnato di questi tempi, ma ho visto i nostri amici, stanno bene, l’inferno è splendido in questa stagione”.
 
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barboncina_94
view post Posted on 6/7/2010, 14:33




Sono rimasa n po scioccata e sorpresa,,, ma deo dire ke come scrivi e tutto il resto è prp bello,,, xD
 
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annavampiro
view post Posted on 26/9/2010, 15:06




scrivi davvero bene...anke se mi aspettavo un altro fnale ;) molto molto brava
 
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2 replies since 5/7/2010, 21:04   13 views
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